"Non ho scelto il male né il bene, Ma attraverso e al di sopra del male, ho scelto la poesia" C. Baudelaire.



lunedì 27 agosto 2012

"Les Embarras de Paris" Satira VI di Boileau


Nicolas Boileau  dipinto di   Hyacinthe Riguaud  del 1704 
Si trova nella Reggia di Versailles. 
Nicolas Sarkozi... no!! Scherzo! Il suo cognome è Boileau (Curiosamente, si chiama anche Despéraux, come il topino dei cartoni. Sono in vena di umorismi, pardon) vive nell'epoca di Racine, Molière, Corneille, quindi durante la monarchia di Luigi XIV, le roi soleil, di cui diventerà storiografo ufficiale insieme con Racine. Siamo nel pieno dell'epoca classica, e il re capisce che il modo migliore per tenere sotto controllo gli artisti è ... stipendiarli! 
Institut de France, sede dell'Accademia. 
Il ponte è il celebre "Pont des arts"
Col cardinale Mazarino (Nato a Pescina, Italia.) il re promuove la nascita dell'Accademia Francese. Entrarvi a far parte significa prestigio, denaro, ma anche una sostanziale accondiscendenza nei confronti del potere ufficiale.
Nel secolo di Baudelaire, quasi tutti i maggiori scrittori del tempo vengono eletti all'Accademia. Baudelaire, in un momento di ottimismo, o forse di ingenuità, o perché giustamente, ha bisogno di vedere riconosciuto il suo valore, si candida per entrare a far parte della prestigiosa istituzione. Sainte-Beuve gli consiglia di ritirare la candidatura.

ACCADEMIA FRANCESE: Parlarne male, ma cercare di farne parte, se possibile.
Così Flaubert descrive l'accademia nel suo "Dizionario delle idee correnti", perciò è comprensibile che si diverta all'idea di uno come Baudelaire in un contesto talmente diverso rispetto alla sua indole indomabile.

Tornando a noi, Boileau si fa portavoce dei precetti che stanno alla base del classicismo, tanto da scrivere un vero e proprio  "ricettario" dal titolo: 

"L'arte poetica"
1674 
Il merito dell'opera non sta nell'invenzione di qualcosa di nuovo, ma nel fatto di aver saputo riunire e coordinare idee vecchie di qualche decennio. 
Divisa in 4 canti: 
1_sui progetti generali in merito all'arte dello scrivere 
2_sui generi minori 
3_sui generi maggiori, cioè la Tragedia, l'Epopea (Vasto racconto di una lunga storia dominata dall'elemento magnifico, meraviglioso) e infine, la Commedia. 
4_Raccomandazioni generali. 

Il teatro è il genere più nobile ai tempi di Boileau (Racine, Corneille, Molière), tant'è che Hugo nel XIX secolo, capisce che per imporre il romanticismo sul classicismo, è  a teatro che deve imporsi. (Lo farà con "Hernani" 1830, e relativa battaglia delle giubbe rosse contro Augier e i suoi sostenitori dell'Accademia).

Essendo il teatro il genere più stimato, purtroppo  subirà più delle altre arti il peso dei ricettari classici che prevedono: Esposizione chiara e viva, storie mosse da pietà o terrore, Rispetto delle tre unità -spazio , tempo, luogo- verosimiglianza e soprattutto, rispetto delle regole della Bienséance (Buona educazione, buone maniere... decoro)
Brunel sottolinea il fatto che l'opera di Boileau nasce col fine di divulgare il teatro dei "Dotti" fra i meno dotti. Purtroppo il lavoro, una volta concluso, non manca di lacune e dimenticanze. Ronsard, noto poeta della Pléiade viene maltrattato, così come -secondo Brunel- Malherbe è troppo lodato. La favola e l'opera sono due generi che vengono del tutto ignorati, idem per il medioevo. (In verità, classici non amano ciò che recepiscono come simbologia ed eccesso d'irrazionalità. Il medioevo in questo senso è vissuto come un momento di "Barbarie" nella storia dell'umanità. In Francia sarà pienamente riabilitato dai romantici, a partire da Mme De Staël a inizio XIX secolo.

Brunel conclude la sua analisi affermando che, se Malherbe ricorda un architetto, Boileau somiglia più ad un muratore. Qualcosa di simile accadrà nell'epoca del Parnasse, quando si prova ancora una volta a creare poesie alla maniera degli artigiani. Verlaine risponderà a questa tendenza con una poesia che si vuole ricca di sonorità "...Et tout le reste est littérature", e suona come un tono polemico verso Gautier e  i parnassiani in genere.
In questo link, il testo e la traduzione di L'art Poétique di Verlaine.
In questo link invece "L'art" di T. Gautier. Poesia di "Smalti e camei"  (Tutto passa, solo l'arte robusta si conquista l'eternità. Ovviamente, la poesia di Gautier è stata scritta prima rispetto all'altra.) 

Prima di questo scritto, fra 1660 e 1668, Boileau compone SatireNe scrive 12 in totale. 
Il motivo per cui salto due secoli indietro rispetto a Baudelare, è che è interessante osservare il modo in cui la città viene recepita e raccontata in epoche diverse. Inoltre, la cosa ci aiuta a capire perché Baudelaire viene definito il primo poeta della modernità.

Satira N°VI
Les embarras de Paris 
Satira VI  

                                                                                                                                        
[Notte]
Qui frappe l'air, bon Dieu ! de ces lugubres cris ?
- Chi colpisce l'aria, buon Dio! Con queste lugubri grida? 
Est-ce donc pour veiller qu'on se couche à Paris ?
-E' dunque per "vegliare"-rimanere svegli- che ci si addormenta a Parigi? 
Et quel fâcheux démon, durant les nuits entières,
-E quale demonio dispettoso, durante notti intere, 
Rassemble ici les chats de toutes les gouttières?
-Riunisce qui i gatti di tutte le grondaie? (Gouttière si dice oggi.) 
J'ai beau sauter du lit, plein de trouble et d'effroi,
-Salto giù dal letto, pieno di turbamento e spavento,
Je pense qu'avec eux tout l'enfer est chez moi :
-Penso che insieme a loro, tutto l'inferno è da me: 
L'un miaule en grondant comme un tigre en furie ;
-Uno miagola ringhiante come una tigre infuriata; 
L'autre roule sa voix comme un enfant qui crie.
-L'altro rotola la voce, come un bambino che grida. 
Ce n'est pas tout encor : les souris et les rats
-E non è finita: Ci sono i topolini e i ratti
Semblent, pour m'éveiller, s'entendre avec les chats,
-Che sembrano intendersela coi gatti, pur di risvegliarmi, 
Plus importuns pour moi, durant la nuit obscure,
-Più importuni per me, durante la notte oscura, 
Que jamais, en plein jour, ne fut l'abbé de Pure.
-di quanto lo sia l'abate di Pure in pieno giorno. 


Tout conspire à la fois à troubler mon repos,
-Tutto cospira per turbare il mio risposo, 
Et je me plains ici du moindre de mes maux :
-E mi sto lamentando del minore dei miei mali: 
Car à peine les coqs, commençant leur ramage,
-Perché appena i galli cominciano il loro canto, 
Auront des cris aigus frappé le voisinage
-Avranno colpito il vicinato con grida acute
Qu'un affreux serrurier, laborieux Vulcain,
-Che un orrendo fabbro, Vulcano laborioso 
Qu'éveillera bientôt l'ardente soif du gain,
-Che sveglierà presto l'ardente sete di denaro, 
Avec un fer maudit, qu'à grand bruit il apprête,
-con un ferro maledetto, che a gran rumore prepara
De cent coups de marteau me va fendre la tête.
-Con 100 colpi di martello mi spacca la testa. 
J'entends déjà partout les charrettes courir,
-Sento già ovunque le carrette che corrono, 
Les maçons travailler, les boutiques s'ouvrir :
-I Muratori lavorare, i negozi aprirsi: 
Tandis que dans les airs mille cloches émues    [ I rumori si trovano in terra così come in cielo]
-Mentre in aria, 1000 campane emozionate
D'un funèbre concert font retentir les nues ;
-di un funebre concerto fanno echeggiare le nubi; 
Et, se mêlant au bruit de la grêle et des vents,
-E si mischiano al rumore della grandine e dei venti, 
Pour honorer les morts font mourir les vivants.
-Per onorare i morti, fanno morire i vivi. ("Vegliare" del secondo vs, mi sembra faccia eco a questo vs)
Encor je bénirais la bonté souveraine,
-E ancora benedirei la bontà sovrana, 
Si le ciel à ces maux avait borné ma peine ;
-Se il cielo ai suoi mail avesse limitato la mia pena; 
Mais si, seul en mon lit, je peste avec raison,
-Ma se, solo nel mio letto, io impreco per una ragione, 
C'est encor pis vingt fois en quittant la maison ;
-E' ancora 20 volte peggio quel che sento uscendo di casa; 
[Giorno]
En quelque endroit que j'aille, il faut fendre la presse
-Quale che sia il posto in cui vado, bisogna che mi faccia largo in fretta
D'un peuple d'importuns qui fourmillent sans cesse.
- fra gente inopportuna, che brulica ininterrottamente.
L'un me heurte d'un ais dont je suis tout froissé ;
-Uno mi sbatte con un asse che mi sgualcisce gli abiti; 
Je vois d'un autre coup mon chapeau renversé.
-E con un altro colpo, vedo il mio cappello rovesciarsi. 
Là, d'un enterrement la funèbre ordonnance
-Lì, di un funerale, la funebre attesa. 
D'un pas lugubre et lent vers l'église s'avance ;
-Con passo lugubre e lento avanza verso la chiesa; 
Et plus loin des laquais l'un l'autre s'agaçants,
-E più lontano dei lacché s'infastidiscono l'un l'altro, 
Font aboyer les chiens et jurer les passants.
-Fanno abbaiare dei cani ed imprecare i passanti. 
Des paveurs en ce lieu me bouchent le passage ;
-Dei pavimentisti (Lavori in corso) in questo luogo, mi bloccano il passaggio
Là, je trouve une croix de funeste présage,
Li, vedo una croce che sà di presagio funesto,
Et des couvreurs grimpés au toit d'une maison
E delle tegole arrampicate sul tetto di una casa
En font pleuvoir l'ardoise et la tuile à foison.
Ne fanno piovere l'ardesia e la la tegola in abbondanza. 
Là, sur une charrette une poutre branlante
-La, su una carretta, una trave traballante
Vient menaçant de loin la foule qu'elle augmente ;
-Si avvicina, minacciando da lontano la folla che essa aumenta: 
Six chevaux attelés à ce fardeau pesant
-6 cavalli attaccati ad un fardello pesante. 
Ont peine à l'émouvoir sur le pavé glissant.
-Fanno fatica a trainarlo sul pavimento che scivola. 
D'un carrosse en tournant il accroche une roue,
-Da una carrozza, mentre gira, s'impenna una ruota, 
Et du choc le renverse en un grand tas de boue :
-E per via dell'urto che ne consegue, la rovescia in un gran cumulo di fango
Quand un autre à l'instant s'efforçant de passer,
-Intanto, un'altra carrozza in quel momento cercava di passare, 
Dans le même embarras se vient embarrasser.[... Imbarazzo, impiccio, difficoltà]
-Ma nello stesso impiccio si va a cacciare. 
Vingt carrosses bientôt arrivant à la file
-20 carrozze si uniscono alla fila 
Y sont en moins de rien suivis de plus de mille ;
- e in men che non si dica, sono seguite da più di 1000 altre carrozze; 
Et, pour surcroît de maux, un sort malencontreux
-E, nel colmo della sventura, una sorte infelice
Conduit en cet endroit un grand troupeau de boeufs ;
-Conduce in questo luogo un gran gruppo di buoi; 
Chacun prétend passer ; l'un mugit, l'autre jure.
-Tutti pretendono di passare, uno muggisce l'altro bestemmia
Des mulets en sonnant augmentent le murmure.
-Dei muli, coi loro sonagli - campane al collo più o meno- aumentano il rumore. 
Aussitôt cent chevaux dans la foule appelés
-Subito 100 cavalli sono chiamati nella folla
De l'embarras qui croit ferment les défilés,
- Dall'impiccio che cresce, arrestano il torrente impetuoso,
Et partout les passants, enchaînant les brigades,
-E ovunque incatenando le persone lungo la via
Au milieu de la paix font voir les barricades.
-Nel mezzo della pace mostrano le barricate. 
On n'entend que des cris poussés confusément :
-si sentono solo urla confuse: 
Dieu, pour s'y faire ouïr, tonnerait vainement.
-Dio, per farsi udire, tuonerebbe inutilmente. 
Moi donc, qui dois souvent en certain lieu me rendre,
-Io dunque, che devo andare spesso in certi luoghi, 
Le jour déjà baissant, et qui suis las d'attendre,
-Il giorno già inizia a calare, e sono stanco di attendere, 
Ne sachant plus tantôt à quel saint me vouer,
-Non sapendo più a che santo votarmi, 
Je me mets au hasard de me faire rouer.
-Corro il rischio di farmi arrotare. 
Je saute vingt ruisseaux, j'esquive, je me pousse ;
-Salto 20 ruscelli, schivo, mi spingo; 
Guénaud sur son cheval en passant m'éclabousse,
-Guénaud (Un medico) sul suo cavallo, passando m'imbratta 
Et, n'osant plus paraître en l'état où je suis,
-E, non osando più presentarmi nello stato in cui mi sono ridotto,
Sans songer où je vais, je me sauve où je puis.
-Senza preoccuparmi di dove vado, mi salvo dove posso. 


Tandis que dans un coin en grondant je m'essuie,
-Mentre in un angolo, grondante mi asciugo, 
Souvent, pour m'achever, il survient une pluie :
-Spesso per darmi un colpo di grazia, comincia a piovere: 
On dirait que le ciel, qui se fond tout en eau,
-si direbbe che il cielo, che si fonde e diventa acqua, 
Veuille inonder ces lieux d'un déluge nouveau.
-Voglia inondare questi luoghi di un nuovo diluvio (Allude al dil. Universale)
Pour traverser la rue, au milieu de l'orage,
-Per attraversare la strada, nel mezzo del temporale, 
Un ais sur deux pavés forme un étroit passage ;
- Un asse su due lastricati forma uno stretto passaggio; 
Le plus hardi laquais n'y marche qu'en tremblant :
- Anche il più ardito dei lacché, può camminarci solo tremolando: 
Il faut pourtant passer sur ce pont chancelant ;
-Bisogna quindi passare su questo ponte barcollando; 
www.inlibroveritas.net ... qui trovate tutto il testo in lingua se v'interessa.

Preciso che la traduzione non si pretende ineccepibile. E' stata realizzata velocemente e tanto per rendere l'idea sui contenuti in modo più preciso. 

La città nell'arte poetica nel '600, '700, '800: 

XVII SEC 
Boileau, come abbiamo detto, vive nel '600, e questa satira è un esempio dell'atteggiamento con cui gli artisti raccontano la Parigi di allora.

La satira è divisa in due parti, una che racconta le impressioni di un uomo in merito alla città di notte, l'altra di giorno. In comune hanno il fatto di rendere un'impressione quasi "Infernale", di incubo. L'esagerazione è ovviamente l'elemento base del burlesco, della satira.

Non mancano nemmeno allusioni più o meno dirette all'altro mondo: 
E' dunque per "Vegliare" che ci si addormenta a Parigi? 
Veiller: significa "Stare svegli" ma rimanda anche all'atto di "Vegliare" i morti.
E poi le campane, che per onorare i morti fanno morire i viventi!
Infine vediamo un convoglio funebre che procede lento verso la chiesa.

Il Rumore è uno dei "personaggi principali" della satira (Così come, il silenzio è il grande assente!)
Rumori naturali: 
-Animali (Gatti, topi, ratti: Durante la notte turbano il suo sonno. Poi il gallo che canta all'alba svegliando tutti. Infine, cavalli e buoi gli intralciano il passo durante il giorno)
-Vento, pioggia e uragano... oltre ad essere rumorosi, bagnano i suoi abiti. (In epoca romantica, questi elementi aiutano a stabilire lo stato d'animo dei personaggi)

Rumori umani: 
-Le campane
-Rumori legati al lavoro: Il fabbro che lavora il ferro, i muratori, i bottegai...
E poi il caos invivibile delle strade. Tutto concerta per complicare l'esistenza del personaggio in questione, tant'è che ad un certo punto, l'uomo si dimentica il motivo per cui è uscito di casa, e pensa solo a mettersi al riparo.

Presente anche una tendenza a "contabilizzare", a enumerare:
100 colpi di martello da parte del fabbro...
Fuori casa è 20 volte peggio che dentro... e così via.


XVIII SEC
Nel '700 le cose non cambiano troppo.
Scrive Auerbach nel suo: "Mimesis" che la realtà "Bassa" in questo secolo è raccontata in modo brulesco.

Rousseau (1712-1778) nelle "Confessioni" racconta la delusione provata quando, per la prima volta entra a Parigi, raggiunta a piedi dalla Svizzera. Scoprirà di preferirgli Torino, più piccola, ma ordinata e di suo gusto. Ciononostante, vivrà e morirà a Parigi -Ancora oggi riposa al Pantheon di fronte al suo antagonista  di sempre, Voltaire-
Ps: Guardando "Profumo di un delitto" TRAILER DEL FILM -in questo link- ho pensato istintivamente a Rousseau, perché il film rende l'idea di com'era la città durante il XVIII secolo, soprattutto agli occhi di chi viene da fuori e la vede per la prima volta.
Il film
La trama mi ha fatto pensare molto anche a Horis Karl Huysmans e al suo libro "A ritroso" 1884, che dedica ampio spazio ai profumi, fra le tante cose.
Il libro che sta alla base del film.
XIX SEC 
Nella prima metà del secolo, la città non è quasi mai presa in considerazione nelle poesie dei vari Hugo, Vigny, Musset, Lamartine. In prosa invece, l'argomento compare più spesso.
La Commedia umana di Balzac non potrebbe esistere senza Parigi. L'autore si mette a fare "Concorrenza all'anagrafe", inventandosi un universo umano che s'incrocia a quello storico-reale. Baudelaire parla di lui come di un visionario, e forse non a torto.
Zola, caposcuola del naturalismo (ed in sostanza, suo principale esponente) nella seconda metà del secolo si comporta invece come un "Impiegato dell'anagrafe", perché si limita a raccogliere dati già esistenti per elaborarli sotto forma di romanzo nel ciclo dei Rougons-Macquart.

L'industrializzazione, che si consolida sotto l'impero di Napoleone III (1852-1871) comporta l'affermazione definitiva della borghesia. Detto questo, raramente si troverà un artista, fra quelli che passeranno alla storia, disposto a dipingere tale categoria in modo positivo.
"Voi siete la maggioranza, ma occorre che impariate a sentire la bellezza
Scrive Baudelaire in uno dei suoi primi salon, rivolgendosi ai borghesi.
Il poeta dice questo perché capisce che la loro priorità assoluta è il denaro, ed in suo onore creano un nuovo Dio : "Le dieu de l'Utile" così lo chiama il poeta nella poesia V (In questo link la mia analisi sulla poesia V)  usando la maiuscola per Utile e non per dieu che è: "Implacabile e sereno", torce i corpi degli uomini distruggendo la loro originaria bellezza, li "abbassa" insomma.
Ciononostante è questa la realtà imperante, e l'artista non può ignorare il mondo che ha attorno rifugiandosi, come fanno i romantici, nella natura, o come fanno i parnassiani, suoi contemporanei, nella memoria di un tempo ormai estintosi da molto, oppure, come fanno i realisti, limitandosi a fotografare con la penna il mondo che hanno attorno.

$$$
Il denaro, ovviamente, è sempre stato la macchina che ha mosso il mondo, ma prima era in mano ai nobili, all'aristocrazia, che non aveva incombenze lavorative e viveva di rendita, sfruttando il suo tempo libero dandosi al culto delle arti.
La borghesia invece è una forza umana compatta, operosa, con altri valori, che vanno presi alla lettera: Valori di tipo economico. La cultura non gli interessa, e per certi versi, non hanno tempo per questo.
A pag 78 -Ed. Flammarion- di "L'assommoir" (L'ammazzatorio) romanzo di Zola,  Gervaise si reca col suo futuro sposo, Coupeau dalla sorella di lui e suo marito: i Lorilleux.
Lor... a inizio parola, rimanda foneticamente alla materia che lavorano per vivere: L'or. 
Gervaise si aspetta di vedere in questa casa-fabbrica, il ferro lucente che era il sogno inarrivabile di molti, ma trova solo ferri opachi in fase di lavorazione. Rimane delusa. "L'oro è sempre oro" dice Lorilleux, ma in quello stretto atélier, in cui si muore di caldo, niente rimanda all'idea di sfarzo e lusso. Questo pezzo m'è parso da subito una specie di metafora applicabile al pensiero di Baudelaire.  "... occorre che impariate a vedere la bellezza" ... che si nasconde sotto il ferro. Naturalmente è solo una mia associazione mentale.
In ogni caso, quello che volevo sottolineare è che in questa fase politico-economica, il denaro entra a far parte del romanzo. Prima di  Balzac l'argomento veniva accuratamente evitato. Poi, in romanzi come "Le père Goriot", o in "Eugénie Grandet",  esso diventa quasi un personaggio autonomo. Tutti si muovono come automi e pedine sulla scacchiera sociale, in funzione del dio dell'Utile.

L'oro del Lorilleux è un ferro da lavorare per estrarne lucentezza. Anche Baudelaire nella sua poesia, si sforza di lavorare la materia grezza. Si trasforma in alchimista - una "scienza" del passato, ampiamente superata nel suo secolo, e si prefigge di trasformare il fango della città in oro.
Il fango è la realtà circostante. Un mondo "Brutto" che si fatica ad accettare. L'oro è la poesia capace di nascondersi persino in un cantiere e relativi lavori in corso.

"Tu m'as donné ta boue et j'en ai fait de l'or"
Tu sta per "Parigi", alla quale Baudelaire si relaziona, umanizzandola: 
"Je t'aime ô, ma très belle, ô ma charmante " 
Questi due versi sono stati estrapolati da alcuni dei suoi progetti di prologo e prefazione, scritti dopo il processo del 1857 e nell'ottica di una seconda pubblicazione, nella speranza di essere finalmente accettato da parte dei lettori, dei giudici e della critica, cosa che invece accadrà solo dopo la sua morte. Come Stendhal - in questo senso, meno ottimista- anche Baudelaire scrive in vita: "To the happy few" , cioè per i pochi che sapranno capirlo.
Persino chi, come Sainte-Beuve, si reclamava suo amico ed aveva il potere concreto di migliorare una posizione tanto scomoda come quella di Baudelaire, con una recensione positiva, si guarda bene dal farlo. Giusto qualche cenno... nel 1860 per esempio, in una delle sue "Causeries" ("Conversazioni") loda pubblicamente la "Squisita fattura" di "à celle qui est trop gaie", una delle poesie censurate nel processo del 1857. Al noto ed influente critico, la poesia è piaciuta sin dalla prima lettura, lo scrive a Baudelaire in una lettera, ma in pubblico preferisce la "Prudenza". Dirà nel '60 che avrebbe dovuto scriverla in latino o in greco, come a volerla collocare fuori da ogni morale vigente.
Colesanti pensa che l'abbia fatto per difendersi dalle accuse di viltà per aver omesso il suo parere positivo sui Fiori del Male. S.Beuve in effetti, non brillò mai per spavalderia.

"Le vieux Paris n'est plus (La forme d'une ville
change plus vite, hélas que le coeur d'un mortel)" 
vs 7/8 "Le Cygne" 

In questa poesia, della sezione due "Tableaux parisiens" - Quadri parigini- (Aggiunta nella seconda edizione, idem per la poesia) Baudelaire pone l'accento sui cambiamenti strutturali, urbanistici della città e questo è innovativo se pensiamo che Lamartine in "Le lac" 1820 omette del tutto la struttura balneare che sta attorno al lago che gli ricorda della sua Elvire, malata e morente. Egli preferisce caricare la natura di phatos, vuole comunicare con lei, ed affidarle la memoria del suo amore per la donna, visto che il destino della natura è l'eternità, mentre quello dell'uomo è la morte.

"O Lac! Rochers muets! Grottes! Foret obscure! 
 Vous*, que le temps épargne ou qu'il peut rajeunir, 
Gardez* de cette nuit, gardez, belle nature, 
Au moins le souvenir!" 
vs 49-52 Le Lac. Lamartine. 


*"Gardez" sta per: "Custodite".
*"Vous", cioè Lago, rocce mute, grotte, foreste oscure, cioè: Natura, risparmiata dal tempo, perché attraverso il ciclo delle stagioni, ringiovanisce addirittura.
Baudelaire mostra nella poesia il "cigno" che Lamartine sceglie di raccontare il sogno, l'utopia. La natura, per mano dei lavori dell'uomo, è a sua volta costretta a cambiare e morire. Il suo cigno cerca un bacino d'acqua che è stato bonificato per realizzare una struttura edilizia in prossimità del Louvre, per questo non lo troverà più. La natura non può conservare alcuna memoria. Solo la mente del poeta, quindi la poesia, può farlo. 
- Spiegherò meglio la poesia nel prossimo post a lei dedicato.


Infine, secondo Hugo Friederich, autore di "La struttura della lirica moderna", i fondatori della lirica moderna europea sono i poeti francesi del XIX secolo: Rimbaud e Mallarmé, ma Baudelaire è il loro precursore. ( pag 7, 8, 9)
@Luisa  






















Nessun commento:

Posta un commento